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Qualche settimana fa mi chiama l’Associazione “LA STANZA ACCANTO” di Firenze, dicendomi :

abbiamo le opere di un artista concettuale molto bravo che ha vissuto per qualche giorno nel Monastero di S.Miniato al Monte, ha scattato 2500 foto e con le più belle  vorremmo realizzare un allestimento molto semplice, che sia d’effetto, ma soprattutto mooolto economico. Ci può aiutare?

Da qui i primi sopralluoghi per capire lo spazio espositivo.

Poi la pianificazione del progetto in base alle tavole da esporre, come, dove e perchè.

Soprattutto come, perchè l’Altana delle Leopoldine è vincolata dalla Sovrintendenza delle Belle Arti, non si può nemmeno attaccare un chiodino piccino picciò…

Che fare?

Dalle difficoltà, ormai ne son certa, nascono le migliori idee, i vincoli stimolano la creatività…

da qui l’idea di utilizzare le travi come elementi di ancoraggio, intorno alle quali far girare delle catene che in sospensione avrebbero sostenuto le fotografie, per mantenerle stabili a terra ho pensato ad un contrappeso, l’idea del sasso bianco come simbolo di purezza, legato alle vite spezzate dei giovani ragazzi vittime della strada di cui l’associazione è portavoce.

In più mi piaceva molto l’idea dell’instabilità che la rotazione naturale delle fotografie avrebbe avuto…

L’impatto finale è quello di una regola che però appare essere trasgredita dal movimento dinamico delle immagini che ruotano leggermente in base al passaggio delle persone.

E’ un pò una metafora sulla vita:

ci piace per sentirci sicuri una stabilità…ma in realtà tutto si muove e scorre, indipendentemente spesso dal nostro volere.

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